Le poche e frammentarie notizie sulla vita di San Vitaliano ci permettono di ricostruirla a grandi linee.
San Vitaliano nacque nell’antica Capua (l’attuale Santa Maria Capua Vetere) nel secolo VIII.
Fu consacrato vescovo della sua città per le sue qualità ed i suoi costumi e svolse questa missione con grande umiltà e devozione.
Nonostante ciò fu avversato da uomini malvagi che tramarono contro di lui e, durante la celebrazione di una funzione notturna, lo accusarono di immoralità.
San Vitaliano, amareggiato, andò via da Capua dirigendosi verso Roma, sempre angariato dai suoi persecutori.
Durante la sua assenza la città di Capua fu colpita da carestie, malattie e grandi siccità ed i capuani compresero di essere incorsi nella punizione del Signore per quanto avevano fatto al santo.
Non esitarono, pertanto, a cercarlo per farsi perdonare. San Vitaliano ritornò a Capua ed impetrò la grazia della pioggia, che cadde copiosa.
Rifiutò, però, l’episcopato per ritirarsi a vita eremitica in un luogo dell’antica Caserta chiamato allora Miliarum (o forse Maltanum) e qui trascorse alcuni anni compiendo molti miracoli.
Negli ultimi anni della sua vita il santo si ritirò sul Monte Virgilio (Montevergine) dove morì, forse il 16 luglio dei primi anni dell’800.
Il suo sepolcro divenne meta di pellegrinaggi e devozioni, ma poi cadde in rovina perché il luogo divenne disabitato a seguito di incursioni saracene.
Successivamente, ritrovato dai pastori, fu portato nel monastero di Montevergine e, poi, nel 1120, trasferito da Papa Callisto II nel duomo di Catanzaro, città di cui è attualmente protettore.
Oggi la devozione del santo è attestata nelle città di Sparanise, Capua, nel nolano (comune di San Vitaliano), nelle province di Benevento ed Avellino e, naturalmente, a Casola e nel quartiere di Casertavecchia.